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Biblioteca delle Donne Soverato - Cineforum 2016

E’ arrivata mia figlia!

A cura di Rosalba Aversa



TITOLO ORIGINALE: Que horas ela volta

USCITA CINEMA: 4/06/2015

LINGUA ORIGINALE: Portoghese

PAESE DI PRODUZIONE: Brasile

GENERE: Drammatico

REGIA: Anna Muylaert

SCENEGGIATURA:  Anna Muylaert

FOTOGRAFIA: Barbara Alvarez

MONTAGGIO: Karen Harley

Interpreti:Regina Casè, Camila Màrdila,

Michel Joelsas, karine Teles, Helena Albergaria

MUSICHE: Fabio Trummer

PRODUZIONE: Africa Filmes, Globo Filmes, Gullana Filmes

DISTRIBUZIONE: BIM

DURATA: 110 minuti

FORMATO: colore

ANNO: 2015







TRAMA

La vita di Val, governante tuttofare in un’agiata famiglia di San Paolo in Brasile, è sconvolta dall’arrivo imprevisto della figlia Jessica che, sfrontata e ribelle, mette in discussione le invisibili barriere di classe che la mamma ha accettato come naturali e invalicabili.

LA REGISTA

Sceneggiatrice e regista di cineme e teatro, è nata in Brasile nel 1964. Ha studiato cinema presso la Facoltà di Comunicazione e Arti di USP. Ha partecipato, come scrittrice ai team creativi di diversi programmi televisivi . Nel 2005 ha collaborato alla scrittura della serie “Figli del Carnevale” e all’ultimazione della sceneggiatura del film” L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza”, entrambi diretti da Cao Hamburger.




Nel 2006 ha collaborato alla sceneggiatura della serie “Alice”. Ha scritto la sceneggiatura per il film”The Tongh Love?”.

Dopo aver scritto e diretto diversi cortometraggi ha debuttato alla regia con il fim Durval Discos, vincendo ben sette premi al Festival di Gramado, tra i quali quello per il miglior film.

RECENSIONE

La regista Anna Muylaert, autrice anche della sceneggiatura del film, realizza con “E’ arrivata mia figlia” una commedia garbata e leggera che, contrapponendo due figure  di madri: Val, la governante povera del depresso nord-est e Barbara, la proprietaria, ricca ed indaffarata, pone l’attenzione sul conflitto sociale in un Brasile in via di trasformazione  e sulla delicata dicotomia genitore putativo e genitore biologico. Val, una donna d’altri tempi, mai si sognerebbe di rompere le invisibili barriere di classe che separano i domestici dai padroni. E’ affidabile e indispensabile nella gestione quotidiana della casa, ma è  soprattutto preziosa ed essenziale nella cura di Fabinho, il giovane figlio di Barbara. La governante, per lavorare, ha dovuto affidare all’ex marito e alla sua nuova compagna la figlia Jessica e riversa sul giovane tutto il suo amore di madre. E’ ben strano questo mondo in cui i ricchi affidano i loro figli a bambinaie che a loro volta sono costrette dalle necessità a far crescere i propri ad altri! A farne le spese sono i figli che crescono senza certezze e senza amore. Il giovane Fabinho chiede spesso a Val “A che ora torna?”(è questo anche il titolo originale dell’opera) sempre in attesa di una madre assente, una manager “finta liberal vera stronza” . Barbara sembra nutrire affetto per Val, rispettosa e riservata, ma tacitamente la disprezza. L’equilibrio della casa è improvvisamente sconvolto dall’arrivo di Jessica, la figlia che Val non vede da più di dieci anni.



La ragazza arriva a San Paolo per sostenere l’esame d’ammissione alla Facoltà di Architettura, esame che dovrà sostenere anche Fabinho. Jessica, priva di complessi d’inferiorità, non vuole che la madre faccia la cameriera ma, soprattutto non accetta il rigido schema che separa due realtà: da una parte chi serve e lavora  e dall’altra chi comanda. Come un fulmine sovverte l’ordine delle cose: si siede al tavolo con i padroni, mangia il gelato che piace tanto a Fabinho, si tuffa in piscina e sguazza felice con il ragazzo e i suoi amici. La ragazza, col suo comportamento ambiguamente erotico, destabilizza anche l’assetto borghese della famiglia, destando l’interesse del padrone che, pigro e incapace di prendere in mano la sua vita, fa solo goffe avances e finisce per apparire come un perdente depresso che si atteggia a  intellettuale radical-chic. L’azione di Jessica, pur rivelandosi sovvertitrice di un ordine antico, non ha però la forza del misterioso ospite del teorema pasoliniano e il film non ha certo ambizioni poetiche. Paradossalmente questo comportamento spontaneo e libero di Jessica non scandalizza tanto i padroni, quanto la madre da sempre attenta a non valicare i limiti che dividono i due mondi. La donna all’improvviso vede crollare le sue certezze ed è costretta a riflettere sulla sua condizione di donna, di lavoratrice, di madre. Guarda intorno a sé con uno sguardo più critico, uno sguardo che va oltre e inizia a fare i conti con se stessa e con le proprie scelte di vita. “ E’ arrivata mia figlia” diventa allora la storia di Val che trova la forza di ribellarsi a rigide e vecchie regole  comportamentali, si licenzia ed inizia una nuova vita con la figlia.




Bellissima la scena che ne sancisce la liberazione: Val si siede prima ai margini della piscina e si bagna le gambe, inizia poi a camminare sollevando, felice, spruzzi d’acqua, incurante di far rumore e di richiamare l’attenzione degli abitanti della casa. Il film racconta tutto con leggerezza ed ironia . “E’ un film sociale, ma non solo” , racconta i fatti nella loro realtà, senza voler esprimere giudizi o esaltare i personaggi. Si avvicina a quella che è la commedia all'italiana, raccontando vizi e virtù degli uomini  in modo pacato e garbato.  E’ la leggerezza di una regia femminile che fa scorrere gli eventi in modo naturale e piacevole, che fa riflettere su tematiche importanti che riguardano le relazioni tra gli uomini e il rapporto con il potere. E la lotta avviene sul campo dei sentimenti e non su quello della retorica politica o delle rivendicazioni sociali. Anna Muylaert intervistata afferma:” Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura vent’anni fa, quando ho avuto il mio primo figlio e ho constatato quanto nel mio ambiente sociale, piuttosto che accudire il proprio figlio , le donne molto spesso assumono una bambinaia a tempo pieno e demandano a lei gran parte del lavoro, considerandolo noioso e spossante………E’ davvero possibile allevare un figlio senza affetto? E, se sì, a quale prezzo?”Il film presenta pertanto due facce:

1)un flm sul Brasile dopo l’elezione di Lula, il primo presidente a provenire dal ceto basso della popolazione( ora oggetto di accuse da parte della magistratura per corruzione )

2) una commedia sociale”Che potresti girare anche in altri paesi”. “ Io stessa mi sono meravigliata della capacità del pubblico internazionale di uscire dalla contingenza brasiliana e vedere il film come una parabola sull’architettura del dominio nelle nostre relazioni sociali. Quando Barbara dice “Il Paese sta cambiando” , è una battuta…….Barbara è una ipocrita lo dice ma non lo pensa”.( Ci ricorda quanto Tomasi di Lampedusa dice nel Gattopardo “tutto cambia per non cambiare nulla”). La donna è sicura che Jessica non riuscirà a superare l’esame di ammissione all’università perché è vero che siamo tutti uguali , ma ognuno deve rimanere al proprio posto. Per non parlare del momento in cui Barbara vede la ragazza fare il bagno in piscina: la piscina viene subito svuotata perché” La signora crede di aver visto un topo in acqua”. Se la sceneggiatura del film è stata lunga e meditata, le riprese sono state veloci e molto spazio la regista ha concesso all’improvvisazione” Voglio vivere uno spazio vuoto per poi poterlo riempire durante le riprese. Io per prima voglio essere sorpresa del fim che sto girando”. L’attrice Regina Casè, oggi una delle interpreti più importanti del Brasile, presta il volto alla governante Val e, pur provenendo da una classe sociale alta, lo fa in modo magistrale, spesso improvvisando , calandosi interamente nel ruolo e apparendo credibile e perfetta. La musica in “E’ arrivata mia figlia” non ha un ruolo importante, come negli altri film della Muylaer. Ci sono cinque entrate musicali di Fabio Trumer e Victor Aranzo e alcuni riferimenti culturali propri di una èlite( durante la festa la musica tende a sottolineare l’invisibilità di Val, agli occhi degli invitati,  e questa musica colta e raffinata).

Il film è risultato vincitore del Premio Speciale Alla Giuria al Sundance e del premio del pubblico all’ultimo Festival di Berlino.

 

 

 
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